La creatività ci fa invecchiare meglio, tratto da www.italiasalute.it.

Coltivare una passione creativa, come ad esempio quella di cantare o suonare, può farci invecchiare meglio. La creatività, secondo alcuni scienziati, può svolgere un ruolo importante per un invecchiamento sano. Per contro, una malattia può far venire alla luce gli straordinari meccanismi con cui il cervello percepisce l'arte.

Secondo Bruce Miller, neurologo ed esperto di comportamento presso l’University of California, San Francisco, benché il nostro cervello invecchi, non diminuisce la nostra capacità di creare.
I ricercatori si sono chiesti, siccome la pensione o il ricovero in una casa di cura diventano spesso l’occasione per far venire fuori la creatività, se la creatività possa apportare benefici allo stato di salute, così come accade alla gioia.
La National Institute on Aging e la Society for the Arts in Healthcare hanno riunito scienziati ed artisti  per valutare i benefici della creatività.
In precedenza si riteneva che il declino mentale fosse inevitabile con l’invecchiamento. Gli scienziati ora sanno che ciò non è vero, ed il cervello continuamente è in grado di ripristinare i collegamenti e adattarli anche in età avanzata.
Anche la demenza non è in grado di sopprimere tutte le funzioni legate alla creatività, anzi in alcune forme libera capacità artistiche sbalorditive in persone che prima non avevano mai avuto nulla a che fare con l’arte. Ciò ha fornito importanti indizi sulle zone del cervello dove hanno sede le abilità creative.
I ricercatori citano l’esempio di un uomo d’affari che non era mai entrato in un museo e che ha cominciato ad avere problemi di linguaggio, ma ha anche cominciato compulsivamente a dipingere su tele di canapa linee con colori brillanti che poi sono diventati dipinti che hanno persino vinto dei premi. È stato osservato che l’ex-uomo d’affari era stato colpito da demenza frontotemporale, una malattia spesso confusa con la malattia di Alzheimer, che si sviluppa proprio con l’alterazione della zona del cervello deputata al linguaggio, risparmiando i lobi paretiali, deputati invece alla creatività e alla visione. Con l’Alzheimer invece i pazienti diventano incapaci di copiare anche semplici disegni geometrici.
Cosa si può dire però per le persone in salute, ma che si avvicinano alla vecchiaia?
Gene Cohen della George Washington University ha coinvolto in uno studio i cantanti del coro Senior Singers Chorale ed altri istituti dove anziani praticano attività creative fra New York e San Francisco. La sua teoria è che imparare dai professionisti attività creative migliora la salute mentale, e in alcuni casi anche quella fisica, degli anziani.
L'età media dei cantanti presi in esame era di 80 anni, e in generale compresa tra i 65 e i 96 anni.
I dati preliminari dello studio suggeriscono che i partecipanti, rispetto ai loro vicini anziani, soffrono meno di depressione, si recano in media tre volte in meno dal medico ogni anno, assumono meno farmaci ed hanno aumentato anche le altre attività.
Secondo due arzille sorelle di 73 e 84 anni, che fanno parte del coro, quando si hanno cose interessanti da fare, si tende ad uscire di più e ad avere un atteggiamento più positivo e quindi a stare meglio.

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